PORTE APERTE NEWS MAIL - 25 maggio2007


Turchia: "So che mi uccideranno"

Questa dichiarazione fatta da un pastore turco due giorni dopo il triplo omicidio di Malatya, descrive bene il clima di insicurezza nel quale vivono i protestanti in Turchia.
In una intervista alla stampa, questo pastore spiegava che aveva dato delle disposizioni per sua moglie e i suoi figli perchè si attende di morire.
Dopo l'omicidio dei tre evangelici, avvenuto il 18 aprile scorso nell'edificio della editrice cristiana a Malatya, una raffica di minacce e tentativi di violenza si è abbattuta sui protestanti turchi e sui loro locali di culto. I fratelli continuano ad essere molestati attraverso minacce per e-mail, per telefono, per posta o a viva voce. L'ultimo attacco ha avuto luogo lo scorso fine settimana a Eskisehir (200 km da Istanbul) contro il locale di culto della Fondazione della Chiesa Protestante di Istanbul. I vetri del secondo piano dello stabile sono stati infranti e diverse bombe molotov sono state lanciate contro la chiesa sabato sera. Alcuni giornali turchi hanno gettato benzina sul fuoco nei loro articoli. In effetti, i dettagli degli interrogatori della polizia di uno degli accusati, Emre Gunaydin, sono stati pubblicati illegalmente. Quest'ultimo ha confessato che aveva pianificato di compiere un altro omicidio dopo quelli di Malatya. La sua vittima potenziale, un pastore, ha visto il suo nome pubblicato sui giornali. "In turchia una cosa simile significa che la sua vita è veramente in pericolo", ha commentato un pastore di Istambul, che si è chiesto perché questa informazione sia stata rivelata ai giornalisti.

Pregate Dio
a.. Per la sicurezza dei cristiani in Turchia.
a.. Per il pastore minacciato di morte.
a.. Per le famiglie delle vittime dei tre fratelli uccisi a Malatya.