PORTE APERTE NEWS MAIL – 9 aprile 2009

Sudan: dal genocidio alle rappresaglie contro i cristiani - dossier

 

Coordinate. Continente: Africa. Stato: Sudan. Zona: Darfur. Solo questi semplicissimi dati bastano a scatenare pensieri e immagini su uno dei più discussi disastri umanitari degli ultimi tempi. Genocidio, pulizia etnica, profughi, tutti termini che rimbalzano negli articoli che trattano questo terribile evento, abbinati a foto che tutti ormai conosciamo. Poi gli ostacoli posti dal governo sudanese all’intervento dell’ONU e i rapimenti, gli ultimi riguardanti i 4 operatori di Medici senza frontiere, fortunatamente rilasciati. Un disastro umanitario di cui si occupano organizzazioni, stati e personalità di spicco del cinema, della politica e dell’economia. A questa crudele storia di violenze si aggiunge un altro capitolo: il procuratore della Corte Penale Internazionale ha proposto alla Camera della Corte di chiedere il mandato d'arresto per il presidente del Sudan Omar Hassan al Bashir, per genocidio e crimini di guerra relativamente alla crisi del Darfur.

 

Il mandato di arresto contro Bashir è stato emesso il mese scorso, ma “solo” per crimini di guerra e contro l’umanità (l’accusa di genocidio non è contemplata, mancano prove sufficienti), al quale è seguita l’immediata replica del governo sudanese, che ha detto di non riconoscere l'atto formale d'accusa e, per voce del presidente, ha scansato le accuse con un eloquente “non valgono l’inchiostro con cui sono state scritte”. Al Bashir era salito al potere nel 1989 tramite un colpo di stato militare, instaurandosi saldamente come presidente: nel 2009 ci saranno le prime elezioni (quasi) democratiche (se non incarcererà nuovamente il principale oppositore politico). “Ti proteggeremo anche con il nostro sangue” gridano le milizie fedeli a Bashir... Clicca qui per leggere l'articolo completo.